domenica 21 febbraio 2021

On writing: la chiave del mondo kinghiano.

 


Non so perchè io abbia impiegato così tanto tempo ad avvicinarmi a questo libro... forse perchè credevo di trovarmi davanti un vero e proprio manuale con regole e regolette per entrare nel mondo sigillato ed esclusivo dei lettori del genere horror fobico. In realtà, questo libro è un viaggio. Pagina dopo pagina abbiamo il privilegio di essere presi per mano dall'autore che "sente di avere qualcosa da dirci", o meglio, da sussurrarci all'orecchio. King disvela quelle che sono state le sue paure, i suoi traumi, i suoi black out interiori e ci spiega come la scrittura sia stata la spugna capace di assorbire e sanare tutte queste ferite (o quasi). I personaggi e le ambientazioni che ritroviamo nei suoi romanzi rappresentano un tassello della sua vita (ricordate Annie in Misery? E i Barren nel celebre "It"?). Ovviamente nulla è come sembra o come è davvero, e il gioco funambolico e caleidoscopico di questo autore sembra incapace di esaurirsi. Leggendo molte delle interviste fatte a King e leggendo attraverso le righe dei suoi scritti, ritroviamo un uomo estremamente ironico e capace di andare a scavare a mani nude là dove la maggior parte delle persone cerca di chiudere gli occhi per non vedere. King è un osservatore formidabile e un grande illusionista. Questa è solo una piccola introduzione ad un libro che sto leggendo da un paio di giorni e che mi sta aiutando a incastrare ogni piccolo pezzo di un puzzle affascinante e complesso come è quello dato dalle numerosissime ed eterogenee pubblicazioni di questo incredibile autore.

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